Arrivata in Brasile alla fine di gennaio dello scorso anno, sono subito entrata nel vivo della missione, occupandomi del nostro Centro Sociale Massimiliano Kolbe di Riacho Grande, nella periferia di São Bernardo do Campo (São Paolo). Una regione molto povera. Una penisola di foresta atlantica, circondata dall’acqua di un grosso bacino artificiale, raggiungibile attraverso una zattera a motore. Un luogo dove la natura è bellissima, tanti alberi e piante diverse, che in questo tempo stanno fiorendo. Un paesaggio molto suggestivo se non fosse che, in quest’area, la maggioranza delle persone vive in baracche di legno o piccolissime case di mattoni, in condizioni di povertà estrema. Un luogo dimenticato dai governanti e non solo; ci sono persone che vivono in città a pochi kilometri di distanza che non sanno nemmeno dell’esistenza di questa parte di territorio.
Dopo che la situazione di pandemia è un po’ migliorata, il Centro è tornato a lavorare tutti i giorni, accogliendo di nuovo tutti i bambini, senza restrizioni. Che bello tornare a vedere il Centro vivo, pieno di bambini e adolescenti felici. È stata un’emozione grande. Finalmente tutti insieme. È stato come rinascere, ritornare a vivere. Ci sono molte situazioni difficili da affrontare. La situazione delle famiglie e dei bambini/ragazzi che frequentano il Centro è peggiorata rispetto a prima del Covid: mancanza di cibo, case senza corrente e acqua calda, violenze fisiche e verbali, alcolismo e droga. Bambini che vivono con nonni o zii perché la mamma e il papà non sono in grado di curarsi di loro. Adolescenti che si occupano dei fratelli di 14, 12, 9 e 6 anni. Bambini e ragazzi che già nascono con problemi da affrontare.
Nel nostro Centro cerchiamo di fare tre cose fondamentali e allo stesso tempo non semplici: accogliere, ascoltare, accompagnare. Venire al Centro per i bambini è prima di tutto sentire di essere accolti, fare esperienza che c’è qualcuno che li sta aspettando, che li ascolta, che si prende cura di loro, che li accompagna, che cammina al loro fianco, aiutandoli a gestire le proprie emozioni e comprendere i valori del Vangelo: bene, amore, aiuto e vicinanza.
Con tutta l’equipe che lavora qui diciamo sempre che il nostro lavoro è “piantare una piccola semente”, contribuire affinché la vita di queste persone possa cambiare.
Ringrazio il Signore per tutto ciò che ho vissuto in questo anno. È stato un anno intenso e molto impegnativo, dove non sono mancate le fatiche ma grazie a Dio nemmeno le grazie e le gioie. Ho imparato che non esiste nulla senza il sacrificio e che è da esso che nascono le cose più belle. Ringrazio tutte le persone a me care, per essere al mio fianco e ringrazio tutti voi per la preghiera e la vicinanza.
Katia Colombo
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Rendere il mondo un posto più bello
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Dalla Nigeria: missione è... condivisione
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Sulle piazze digitali
«Questa esperienza in Brasile non rimane in Brasile. Lo dico non solo perché non dimenticherò i volti di coloro che ho conosciuto, ma perché questa bellezza incontrata mi testimonia il grande amore di Dio per ognuno di noi, e lo fa attraverso l’incontro con l’altra persona...».