Il progetto "Volontariamente insieme" offre la possibilità di fare esperienze che aprono il cuore e la mente a orizzonti grandi e belli. Francesca ha raccontato con gioia la sua esperienza al gruppo di giovani in partenza per il Brasile e la Bolivia.
Mi sono da poco laureata in medicina, ma prima di inoltrarmi nella specializzazione, ho sentito il bisogno di fare altro... di prendermi un tempo per delle esperienze di servizio. Ero già stata in Tanzania, con la mia parrocchia. Un’esperienza molto toccante ma non per quello che ho potuto fare… Infatti, ve lo avranno detto: non andate con l’idea di cambiare il mondo, nessuno aspetta voi per tirare su una parete, per fare un laboratorio d’arte... ma sono esperienze che creano un legame con le persone e permettono di rendersi conto di quanto è importante la condivisione e l’approccio missionario nella nostra vita. Vedrete che la missione continua, anzi inizia quando tornerete in Italia.
Finita la laurea ho pensato di andare in Brasile, perché conoscevo già la lingua e avrei potuto avere un contatto più diretto con le persone. Ed essendo medico, avrei potuto offrire qualcosa di mio e condividerlo con tutti. Così nel Centro Sociale di Riacho ho fatto laboratori di igiene, su come si lavano le mani, come si lavano i denti, come ci si libera dai pidocchi… Ho visitato anche molti bambini, e ho sentito la fiducia delle persone che mi hanno raccontato le loro cose…
Il servizio cambia le persone! Vi auguro di immergervi nell’esperienza. Il mettersi a disposizione dell’altro è una cosa che ti riempie. Quello che mi ha lasciato l'esperienza è provare a fare del servizio, della nostra vita, una vera missione Se metto a confronto la mia vita ora, sento che ho bisogno di quel "più" che mi fa sentire che la mia giornata ha avuto un senso.
Francesca Sarti
La testimonianza di Katia
Arrivata in Brasile alla fine di gennaio dello scorso anno, sono subito entrata nel vivo della missione, occupandomi del nostro Centro Sociale Massimiliano Kolbe di Riacho Grande, nella periferia di São Bernardo do Campo (São Paolo). Una regione molto povera. Una penisola di foresta atlantica, circondata dall’acqua di un grosso bacino artificiale, raggiungibile attraverso una zattera a motore. Un luogo dove la natura è bellissima, tanti alberi e piante diverse, che in questo tempo stanno fiorendo. Un paesaggio molto suggestivo se non fosse che, in quest’area, la maggioranza delle persone vive in baracche di legno o piccolissime case di mattoni, in condizioni di povertà estrema. Un luogo dimenticato dai governanti e non solo; ci sono persone che vivono in città a pochi kilometri di distanza che non sanno nemmeno dell’esistenza di questa parte di territorio.
Dopo che la situazione di pandemia è un po’ migliorata, il Centro è tornato a lavorare tutti i giorni, accogliendo di nuovo tutti i bambini, senza restrizioni. Che bello tornare a vedere il Centro vivo, pieno di bambini e adolescenti felici. È stata un’emozione grande. Finalmente tutti insieme. È stato come rinascere, ritornare a vivere. Ci sono molte situazioni difficili da affrontare. La situazione delle famiglie e dei bambini/ragazzi che frequentano il Centro è peggiorata rispetto a prima del Covid: mancanza di cibo, case senza corrente e acqua calda, violenze fisiche e verbali, alcolismo e droga. Bambini che vivono con nonni o zii perché la mamma e il papà non sono in grado di curarsi di loro. Adolescenti che si occupano dei fratelli di 14, 12, 9 e 6 anni. Bambini e ragazzi che già nascono con problemi da affrontare.
Nel nostro Centro cerchiamo di fare tre cose fondamentali e allo stesso tempo non semplici: accogliere, ascoltare, accompagnare. Venire al Centro per i bambini è prima di tutto sentire di essere accolti, fare esperienza che c’è qualcuno che li sta aspettando, che li ascolta, che si prende cura di loro, che li accompagna, che cammina al loro fianco, aiutandoli a gestire le proprie emozioni e comprendere i valori del Vangelo: bene, amore, aiuto e vicinanza.
Con tutta l’equipe che lavora qui diciamo sempre che il nostro lavoro è “piantare una piccola semente”, contribuire affinché la vita di queste persone possa cambiare.
Ringrazio il Signore per tutto ciò che ho vissuto in questo anno. È stato un anno intenso e molto impegnativo, dove non sono mancate le fatiche ma grazie a Dio nemmeno le grazie e le gioie. Ho imparato che non esiste nulla senza il sacrificio e che è da esso che nascono le cose più belle. Ringrazio tutte le persone a me care, per essere al mio fianco e ringrazio tutti voi per la preghiera e la vicinanza.
Katia Colombo
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Rendere il mondo un posto più bello
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Dalla Nigeria: missione è... condivisione
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Sulle piazze digitali
Si è da poco concluso il pellegrinaggio in Polonia di un gruppo di giovani degli Stati Uniti accolto presso il Centro Massimiliano Kolbe di Harmęże. Un bella e forte esperienza raccontata da Jeremy.