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Casa dei girasoli

Borgonuovo BO

Una bella realtà di accoglienza verso famiglie in difficoltà. In 10 anni la Casa dei Girasoli, presso il nostro Centro di Borgonuovo, ha visto “nascere” due bambini e sorridere e giocare molti altri, insieme ai loro genitori.

Leina, Stephanie, Victoria, Serghei, Ecaterina, Arteoum, Sandra, Richard, Curtis, Marinela, Lucian, Alessio, Dalia, Fidelia, Jeffrey, Sofia, Frida e, da pochi mesi anche Patience, Marvelous, Precious, Saraphina, Chessy, Cindy. Un elenco che potrebbe apparire anonimo, invece sono i fratelli e le sorelle che abbiamo accolto nella Casa dei Girasoli da quando questo progetto tanto desiderato è divenuto realtà.

La Casa dei Girasoli è una storia di storie. Ogni nome è un volto, ogni volto una storia che abbiamo condiviso e fatto nostra. Tante storie intrise di sofferenza ma anche di gioia. Ricordiamo l’arrivo di molti di loro nella semplicità, la maggior parte con situazioni di difficoltà abitativa: si erano ritrovati a vivere in strutture di prima emergenza come alberghi o centri di accoglienza.

All’inizio c’era una certa diffidenza: non ci conoscevano e non capivano dove “erano finiti”. Ben presto, però, abbiamo sperimentato che eravamo diventati famiglia e insieme avremmo fatto un pezzo di cammino, più o meno lungo. Con Sandra e Richard che si sono laureati in piena pandemia, discutendo la tesi in collegamento online, abbiamo potuto anche festeggiare questo traguardo tanto desiderato.

Ci dice Diarra Diakhate, l’assistente sociale che lavora presso la Caritas di Bologna e collabora con noi: «L’impatto che le Missionarie hanno lo riscontri nelle persone che accolgono. Io seguo una famiglia ospite lì da molti anni e il cui percorso di accoglienza è ormai giunto al termine. Penso che la paura più grande che loro nutrono non sia quella di affrontare la vita senza un “cuscinetto”, ma lasciare questa famiglia. Perché è questo quello che avviene. Si condividono momenti, ci si ascolta, ci si confida, ci si confronta su tematiche e situazioni diverse. Proprio come una famiglia. Questo mi ha rincuorata parecchio. So che chiunque avrà la possibilità di far parte anche se per poco tempo di questa realtà, ne uscirà ricco, con una nuova cura e occhio di riguardo verso il prossimo».

Continuiamo ad accompagnare il progetto della Casa dei Girasoli, perché possiamo rimanere in ascolto attento delle urgenze che il territorio ci propone attraverso gli Enti con cui collaboriamo.

Stefania Casati

Borgonuovo, maggio 2023

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Il saluto di Elisabetta Corradini, Vice-direttrice generale delle Missionarie, rivolto per l’inaugurazione della Casa dei Girasoli svoltasi a Borgonuovo BO sabato 11 novembre 2017. Grazie alla Caritas di Bologna per la bella collaborazione, e a tutti coloro che stanno aiutando questo progetto di accoglienza e solidarietà. 

Desidero dare il benvenuto a tutti noi qui presenti, a nome di Giovanna - nostra direttrice generale che è attualmente in Bolivia-  e a nome di tutte le missionarie, sia di coloro che abitano questo Centro e sia di coloro che sono sparse nel mondo perché oggi, col cuore, sono tutte qui con noi in quanto questo progetto lo abbiamo scelto e condiviso insieme. 
In genere quando si va a casa della mamma ci si sente tutti un po’ come a casa propria e qui noi siamo nella casa di Maria, che è la Madre di tutti e desideriamo che ognuno qui possa sentirsi un po’ come a casa propria: questo è il motivo per cui siamo insieme, oggi, per prendere parte e condividere un progetto bello che sta nascendo e che non appartiene solo a noi missionarie ma anche a tutti coloro che lo desiderano. Katia, poco fa, ci diceva che il progetto della casa dei girasoli è stato abbozzato per la prima volta qualche anno fa… è vero, di fronte alle ondate di immigrati che approdavano sulle Coste di Lampedusa scappando da situazioni disumane, private della loro dignità o addirittura diventate oggetti di violenza, ci siamo chieste che cosa potevamo fare noi “nel nostro piccolo”, non era facile trovare una risposta perché la sproporzione tra il bisogno dilagante e il poco  che noi potevamo offrire era grande...

Abbiamo preso coraggio e abbiamo provato a pensare se potevamo mettere a disposizione alcuni ambienti.  A volte è solo questione di COME ci si pone la domanda: se la poni in un modo o in un altro la risposta cambia. Se ci chiediamo: ne abbiamo bisogno? La risposta è sicuramente CERTO! Ma se la domanda la poniamo in un altro modo e ci chiediamo: possiamo forse farne a meno? La risposta spesso sorprendente è Sì!  Abbiamo visto che potevamo effettivamente farne a meno per condividere con chi non ha casa… Iniziamo così a pensare e a progettare la Casa dei Girasoli ma, come sempre, quando nasce un sogno subito nasce anche una paura: nel nostro cuore si affacciano alcuni dubbi, alcune titubanze, qualcuno ci mette (giustamente!) in guardia da ciò che ci potrebbe capitare, finché una domenica, all'improvviso, arriva chiaro l’invito del Papa all’Angelus: 
"Di fronte alla tragedia di decine di migliaia di profughi che fuggono dalla morte per la guerra e per la fame, e sono in cammino verso una speranza di vita, il Vangelo ci chiama, ci chiede di essere “prossimi”, dei più piccoli e abbandonati. A dare loro una speranza concreta. Non soltanto dire: 'Coraggio, pazienza!...'. La speranza cristiana è combattiva, con la tenacia di chi va verso una meta sicura. Pertanto rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi, (…) incominciando dalla mia diocesi di Roma. (…) ricordandoci che Misericordia è il secondo nome dell’Amore: «Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me»(Mt 25,40)". Era il 6 settembre 2015.

Decolla così il progetto della Casa dei Girasoli. E perché vi abbiamo invitato oggi qui con noi? Solo per assistere al taglio del nastro?! Per informarvi di un nostro progetto? Nooo! Noi missionarie desideriamo che la Casa dei Girasoli sia nel cuore di tutti noi qui presenti e anche di chi non è potuto essere con noi oggi, desideriamo infatti che sia un’esperienza di condivisione e di accoglienza che ci coinvolga tutti, che ci renda tutti partecipi perché l’invito del papa è rivolto a tutti, ognuno secondo ciò che desidera e che può offrire: dalla preghiera all’aiuto economico, dalla condivisione dei beni in natura alla condivisione del tempo, dal sorriso amichevole, all'insegnamento della lingua, dall'assistenza per i documenti al semplice interessamento che fa sentire accolti e benvoluti.
Mi piace ricordare ciò che disse Madre Teresa di Calcutta ad un giornalista, che le faceva notare come la sua opera fosse solo una goccia d’acqua nell’immensità dell’oceano, lei rispose: è vero però l’oceano è fatto di tante gocce d’acqua... Ecco noi siamo qui per mettere insieme le nostre gocce d’acqua e le gocce cominciano dal cuore. Per questo grazie ad ognuno di voi per essere qui oggi con noi a condividere questo sogno che si chiama CASA DEI GIRASOLI.

 

LA TESTIMONIANZA A RICHARD E SANDRA

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Si è da poco concluso il pellegrinaggio in Polonia di un gruppo di giovani degli Stati Uniti accolto presso il Centro Massimiliano Kolbe di Harmęże. Un bella e forte esperienza raccontata da Jeremy.

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