Sono Maria Silvia, una missionaria argentina. Da quattro mesi vivo nella nostra comunità di Cochabamba, in Bolivia. È stato davvero un bel cambio nella mia vita! Anche prima il Signore mi aveva invitato a uscire dalla mia provincia natale di Buenos Aires per vivere dieci anni a Salta, nel nord dell’Argentina. Ma questa, in Bolivia, è la prima esperienza fuori dal mio Paese di origine. E anche se sono nazioni confinanti e hanno la stessa lingua, tuttavia è un gran cambio! L’esperienza di “immersione” in un Paese con un’altra cultura, in un’altra comunità, con un diverso modo di pensare... è molto arricchente e allo stesso tempo pieno di sfide. Mi sento come nella “alfarería de Dios”, la “bottega del Vasaio” che mi ha chiamato a fare questa esperienza per continuare a “modellare” il mio cuore affinché sia autenticamente missionario. Quante sorprese in questo tempo ed è il mio primo approccio.
Lasciarmi sorprendere: non partire dai miei schemi mentali, dalle mie idee, da quello che conosco, ma abbracciare invece la novità, essere aperta a quello che la realtà mi presenta, al modo di pensare delle persone del luogo, a un altro modo di vedere e realizzare le stesse attività... E, in questo, scoprire la ricchezza della diversità a partire dalle cose più semplici come il cibo, la musica, i cartelli, il modo di guidare gli incontri e perfino il modo di salutarsi.
Conoscere e amare. Sono arrivata col desiderio di amare di più questa terra e la sua gente, amare di più la missione che svolgiamo qui e le mie sorelle missionarie. Per questo è necessario che io conosca e, per conoscere, devo osservare, ascoltare, chiedere, aspettare, confidare. E così mi sto esercitando in queste attitudini.
Gratitudine e generosità. Sento che il Signore mi sta invitando a coltivare questo atteggiamento: essere grata per tutto il bene che hanno seminato coloro che mi hanno preceduto, per tutto quello che hanno realizzato, quello che si vede e quello che non si vede. E, in questa “catena missionaria” inserirmi con quanto posso apportare della mia esperienza e della mia consacrazione.
Partire sempre da Gesù. Sembra una cosa ovvia ma, come diceva padre Luigi Faccenda, “la missionarietà è quel fuoco inestinguibile che nasce da una vita profondamente interiore”. Nel vortice della vita missionaria, nella novità del luogo e delle persone, è sempre una ricarica di energia l’incontro quotidiano con il Signore, attraverso i sacramenti, la preghiera personale e comunitaria e il rinnovo della mia consacrazione all’Immacolata, Vergine missionaria.
Queste sono solo alcune delle cose che sto imparando in questo tempo. Ringrazio tanto il Signore per la mia vocazione missionaria!
Maria Silvia Ylarri